Information Foraging – I cacciatori di contenuti

Gli utenti del web come gli animali della giungla? L’analogia che riporta Jakob Nielsen nel suo “Web Usability 2.0” è supportata da molti dati.
Gli animali cercano le loro prede nelle radure della giungla; gli utenti web, analogamente, cercano contenuti nei siti internet. Entrambi hanno la possibilità di capire se le tracce che stanno seguendo possono portare a buone prede facili da conquistare (per i navigatori questo si traduce in contenuti ricchi e facili da consultare).

Io oggi (ovviamente) mi soffermo sull’analisi dei navigatori. :-)
La teoria dell’”Information Foraging” cerca di interpretare alcuni comportamenti degli utenti di fronte alla scelta dei contenuti. Si tratta di un notevole aiuto per capire come organizzare i propri contenuti e come strutturare il flusso di navigazione tra le pagine del sito.

Tradotto significa “fiutare i contenuti”, ed è quello che gli utenti cercano di fare quando hanno bisogno di informazioni.
Il classico iter che segue l’utente web alla ricerca di contenuti, si può riassumere come segue:

1) Utilizza un motore di ricerca per inserirvi le parole chiave relative al contenuto desiderato

2) Sceglie un sito che si trova nella pagina dei risultati, vi entra e cerca il contenuto. E qui si aprono a ventaglio una serie di considerazioni cruciali per il giudizio che l’utente avrà del sito:

  • L’utente riesce a trovare il contenuto che sta cercando?
  • Se sì, quanto tempo impiega a trovarlo?
  • Quanto altro materiale si trova costretto a consultare prima di trovare quello che effettivamente cerca?
  • Riesce a capire in che sezione del sito si trova?
  • E’ in grado di risalire all’alberatura del sito?
  • E’ in grado di stabilire se nel sito in cui si trova ha la possibilità di trovare altro materiale interessante?

 

Riflettendo su questi spunti, emerge chiaramente che, per soddisfare pienamente questa tipologia di “cacciatori di contenuti”, bisogna rivedere l’architettura delle pagine che compongono i siti e le modalità di presentazione dei contenuti.

Questo perché l’utente è disposto a spendere pochi secondi nel nostro sito, trascorsi i quali se non ne è soddisfatto, se ne andrà e cercherà i contenuti da un’altra parte.
Questo fenomeno si è notevolmente accentuato negli ultimi anni a causa di diversi fattori, primo fra tutti il fatto che i motori di ricerca classificano i risultati in base alla loro qualità e rilevanza; ora per gli utenti è molto più facile trovare altri siti di qualità.
Anche la diffusione di connessioni a banda larga sempre attive ha favorito questo fenomeno e ha contribuito ad amplificare quello che viene chiamato “information snacking” o “spuntino informativo”: brevi ricerche per ottenere risultati veloci.

Quali interventi sono dunque necessari per attirare i “cacciatori di contenuti” e fidelizzarli al nostro sito?

  • Per prima cosa è indispensabile fargli trovare lungo i percorsi di navigazione, delle tracce dei contenuti che attraverso quel sito possiamo offrire.
    Queste tracce devono essere il più chiare possibile, dato che i “cacciatori di contenuti” sono di diversa tipologia, estrazione sociale, livello di educazione, ecc. Sono quindi da evitare terminologie di non immediata comprensione a favore di parole standard e di descrizioni appropriate sia per i link che per i pulsanti di navigazione.
  • In seconda istanza è importante dare agli utenti la piena percezione di dove si trovano in quel preciso istante. Un po’ come quando si visita una città nuova, sconosciuta: le informazioni disseminate lungo i percorsi sono importanti per orientarsi nel groviglio di strade, vie e passaggi. Idem per un sito che non si conosce: le indicazioni su dove portano i vari collegamenti, le azioni associate ai pulsanti e le descrizioni delle sezioni sono elementi essenziali per infondere al navigatore un sentimento di tranquillità, evitando così di farlo sentire spaesato in un posto nel quale non è mai stato (il nostro sito web).
  • Il sito presenta dei buoni contenuti facili da consultare? I due aspetti viaggiano di pari passo; se i contenuti ci sono ma sono difficili da consultare, oppure se i contenuti di immediata consultazione sono di scarso interesse, l’utente se ne andrà.
  • E’ importante non dare l’impressione di promettere chissà quali contenuti attraverso la presenza di elementi grafici che richiamano pubblicità o di slogan altisonanti: è più rilevante quello che il sito mantiene, non ciò che promette. Questo è ben impresso nella mente dei navigatori; se la prima volta sono rimasti delusi e la loro “caccia” nel sito è stata infruttuosa, ci sono buone probabilità che non ci tornino più. E’ essenziale quindi progettare un sito che attragga i “cacciatori di contenuti” presentando dei contenuti interessanti e facili da consultare.
  • Evitare di proporre per primi dei contenuti che gli utenti non hanno richiesto; nel caso avessimo del materiale utile come approfondimento o comunque legato al contenuto principale, limitiamoci a segnalarne la presenza, magari con un link o un piccolo richiamo grafico, in modo che l’utente, una volta individuata la sua presenza, possa decidere se visualizzarlo o meno.

 

La tendenza è sempre più rivolta alle visite brevi, quindi il nostro sito deve essere uno strumento pronto ad accogliere questa nuova tipologia di visitatori; per fare questo basta seguire alcune semplici regole di progettazione che consentiranno al nostro sito di rimanere nella memoria dei visitatori e di essere ricordati come un sito dove si trovano ottimi contenuti facili da consultare.

21 marzo 2007 Marco Bellotto